she's analog | no longer, not yet @ sentire ascoltare (it)
“No longer, not yet”. Il titolo della seconda opera sulla lunga distanza degli She’s Analog descrive perfettamente la musica in perenne mutazione del trio sperimentale. Pubblicato per Carton Records e Torto Editions, il disco si dipana in sei brani (di cui uno, l’ultimo, dalla durata di ben diciotto minuti) in cui la forma canzone viene completamente abbandonata in favore di una digressione free dietro l’altra, ponendosi nell’intercapedine che si trova tra post-rock e post-jazz. Le influenze dichiarate spaziano da Jim O’ Rourke ai Radiohead, e alcuni passaggi potrebbero addirittura ricordare l’approccio alla classica contemporanea del chitarrista Stefano Pilia.
Il suono materico delle composizioni viene sorretto da ritmi scomposti che alternano tra la beatitudine della stasi a frangenti più caotici (Tangled) e pulsanti (Danse Macabre). Le incursioni chitarristiche dal sapore free-jazz si alternano a field recording e momenti più tipicamente cut-up, pratica compositiva che ha rivoluzionato il processo creativo di Stefano Calderano (chitarra), Luca Sguera (piano e synth) e Giovanni Iacovella (batteria ed elettronica).
Il fulcro del disco, però, è la suite (Blu) che occupa l’intero lato B del vinile, una divagazione dalle meditative tinte ambient in cui le texture glitchate si evolvono in una vera e propria ascensione onirica.
Al trio, che ha anche recentemente collaborato con Any Other con lo pseudonimo di A Nice Noise, va riconosciuto il coraggio di chi non ha paura di scardinare ogni formula precostituita per approdare verso l’ignoto. Vale assolutamente la pena imbarcarsi in questo affascinante (e personalissimo) viaggio sonoro.